PaulCortese
La storia di un viaggiatore irrequieto
Paul Cortese nasce in Italia, non è noto quando. La sua identità è andata persa tra le fiamme di un incendio. Cresciuto con la mamma, una sarta, del padre mancano notizie. Trascorre una gioventù umile e difficile.
Sfrutta la sua intelligenza per mantenersi giocando a carte e il suo fascino per convincere ricche signore e nobili uomini a farsi ritrarre.
Paul è alto, ha occhi penetranti di un blu intenso, lineamenti duri e un fisico statuario. Dopo alcuni anni segnati dal vizio (beve, ma non è mai ubriaco, fuma in maniera smodata, gioca d’azzardo, ma con la classe di chi sa perdere al tavolo) decide di cambiare vita.
Sale su una nave, destinazione New York. Sbarca in autunno, non ha soldi con sé e l’America è all’inizio di una crisi economica senza precedenti. Vive nella periferia, a ridosso del porto, ospite di donne e uomini conosciuti nelle sue notti tormentate. Paul sogna di “diventare qualcuno”, ha bisogno di guadagnare e di farlo velocemente.
Il mare lo attrae così come tutti i personaggi che vi ruotano attorno. Lo affascinano i disegni sui corpi dei marinai ed è incuriosito da questa forma d’arte. Gli consigliano di rivolgersi ad un vecchio Capitano di Ventura che ha imparato a tatuare in Messico. Senza esitazioni, decide di conoscerlo. In breve tempo s’impossessa di tutti i segreti del mestiere e comincia a tatuare parecchia gente.
Paul è unico, raffinato, imprevedibile, sfuggente, ama le femmine ed è amato dai maschi. Le donne lo inseguono, fanno pazzie per lui. Gli uomini lo rispettano e lo temono, pur restandone affascinati.
Dentro Paul arde un fuoco, non riesce a fermarsi. È in continua fuga. C’è chi è geloso dei suoi amori profondi e totali: chi lo conosce bene, sa perfettamente che è un uomo di grande cuore. Con le fortune accumulate aiuta la sua famiglia, gli amici e un’Italia logorata dalla depressione: sovvenziona ospedali e case di cura; lo stesso fa in America. Ma non vuole essere ringraziato. Memore della sua infanzia, non cerca elogi né riconoscimenti, per lui è normale aiutare chi, nella vita, è stato meno fortunato. Quando lascia New York, dietro di lui scorrono fiumi di lacrime dei vecchi amori. Si trasferisce a Dallas e di lì a poco a Honolulu.
Di lui si sono perse le tracce ma c’è chi giura di averlo visto in California, chi in Australia, chi in Francia, chi ancora nella sua amata Italia… Nonostante questo, tutti sanno che è da qualche parte, ma nessuno scorda ciò che ripeteva sempre: “BE A DREAMER, solo chi sogna può realizzare i propri desideri”.